Commento Critico di Jean François Bachis Pugliese
Carla Patella. 1953, Bologna. Le soleil – Acrilici e olio su tela -120×70cm. Nei tarocchi l’ arcano n. 15 rappresenta un diavolo alato, dove la sua mano sinistra impugna una spada, nonche’ la sua simbologia si accosta a quella del Drago e del serpente, animali questi collegati con le forze oscure. Il diavolo per antonomasia e’ il Principe delle Tenebre e di tutte le forze autodistruttrici che possono essere razionalizzate dalla luce del Sole alchemico. Conciossiacosa che, la pittrice Carla Patella, rappresenta la parte benevole del Male anzidetto, attraverso la carta n. 19, simbolo del sole stesso che illumina le forze del Male sopraddetto, giacche’ il Male e’ solo un ‘ imperfettibilita’ del Sommo Bene, quando quest’ ultimo non riesce a ontoconcretizzarsi in pienezza nel suo Supremo Esito Sostanziale nella realta’ fenomenica o altro di differente da essa. Perciocche’ si deduce il fatto che, il Male Manifesto non vada pensato come un’ ipostasi differente dal Sommo Bene, ma di converso, queste due forze, sono la stessa persona che si ontoconcretizzano eternamente e sinergicamente, nei cuori, nei tempi e nei luoghi da essi stessi prediletti, ove il Male stesso e il Bene medesimo risultano palesarsi in dante come un’ unica sostanza nella realta’ fenomenica. La pittrice Carla Patella utilizza una tela in lino, rettangolare, di chiara matrice geometrica ed euclidea, per rappresentare su di essa con i colori acrilici e a olio le fattezze psicoiconografiche del Sole Alchemico nel suo aspetto benevole, giacche’ la sua controparte e’ l’ arcano n. 18, carta dei Tarocchi questa dedicata alla luna. Questo satellite rappresenta la donna e la madre, nonche’ il sogno e la magia dell’ oscurita’ dei profondi inconsci che pervadono la natura nascosta delle anime dell’ umanita’ recalcitrante, giacche’ la luna e’ anche collegata al diavolo e al mondo delle streghe, dove il sole Alchemico, simbolo della ragione e’ in grado di illuminare gli istinti piu’ viscerali e far sì di non far prevalere il lato piu’ oscuro delle anime della natura umana nella realta’ fenomenica, contraddistinta dalla presenza del Male e del Bene. Lo sfondo dell’ opera e’ prevalentemente dipinto di colore celeste, ove su di esso la pittrice Patella inserisce delle innumerevoli micromacrocromo chiazze aniconiche traspalumiscenti di colore bianco, utili per ontosignificare l’ iconograficizzazione delle nubi, nonche’ sulla destra, in primo piano, sempre sulla tela, la pittrice in questione dipinge un soggetto psichico femminile, ma esso, ossia tale soggetto potrebbe essere un androgino, dato che quest’ ultimo rappresenta il sole, simbolo per antonomasia del principio maschile, mentre di converso tale soggetto dipinto rappresenta anche se nascosta, la luna, simbolo di femminilta’. Cotale soggetto e’ avvolto da un tessuto di colore rosso, simbolo dei dolori e del sangue della nuda terra e della madre, pronta ad accogliere nel suo grembo il seme maschile, ove il sole stesso permette a tal seme di far fuoriuscire da se’ il primo germoglio che si trasformera’ in una pianta, pronta a risalire verso il cielo per ricongiungersi con suo padre , ossia il principio maschile che, il sole rappresenta in alto nei cieli. Si deduce il fatto che, la pianta in se stessa che, fuoriesce dal grembo materno, se non riuscisse a crescere con buon vigoria, per raggiungere la propria autocompletezza, tal fatto ostacolerebbe alla pianta medesima di non ricongiungersi con il proprio padre nei cieli, nonche’ si palesa il fatto che, tale vicissitudine di imperfettibilta’ sia causata dal Male stesso che, come sostanza appartiene sempre al Bene, come del resto quest’ ultimo al Male anzidetto. Il Bene sopraddetto quando non riesce a raggiungere il suo supremo esito dimostra a se stesso e a coloro i quali riescono a percepirlo nelle proprie anime il suo fallimento ontologico, giacche’ ogni sostanza che non sviluppa progressivamente cio’ che e’, essa e’ destinata a convivere con il suo fallimento nella realta’ fenomenica, ove in essa si possono ontoconcretizzare altre sostanze in assetto di fallimento o di completezza ontologica. L’ androgino raffigurato in effetti racchiude in se stesso la parte malevole e benevole, nonche’ la sua testa e’ contornata da innumerevoli raggi solari, pronti a irradiare la luce a se stesso e a coloro i quali riescono a percepire in guisa cotale essere psichico immaginifico che assume i tratti psicoiconografici di un soggetto antropico facente parte dell’ umanita’ recalcitrante. La luce del sole puo’ accecare le anime malevole, come del resto il Male puo’ oscurare la luce benevole, sicche’ si deduce il fatto che, queste due energie rimaranno per l’ eternita’ in contatto a vicenda dialogando sinergicamente in ogni essere psichico che si ontoconcretizza con il suo spirito e il suo corpo di immanentizzazione antropico sulla superficie del pianeta terra, nel momento della sua nascita su di esso. Il sole e’ dipinto seduto nel quadro, ove tale suo atteggiamento del suo corpo pittorico palesa a coloro i quali riescono a percepirlo, degli stati di calma apparente, pronti questi ultimi a mutare per trasmutarsi in altro e sprigionare le forze del Male che, come un leone ruggente, cerca sempre in giro le anime degli esseri psichici da divorare, per dimostrare la faccia oscura del Bene all’ interno della realta’ fenomenica. Jean-François Bachis-Pugliese Semiologo e Critico dell’arte Copryright 2023.Tutti I Diritti Riservati.