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Tomo 13. Carla Patella. Enciclopedia dell’ arte contemporanea italiana.
Carla Patella. 1953, Bologna. L’ invito. Acrilici su tela – 180x80cm. Collezione Privata. Gli inviti possono essere accettati o rifiutati, in base al tipo di relazione che intercorre fra l’ invitante e l’ invitato, giacche’ il rapporto spirituale fra due esseri psichici della stessa specie di appartenenza puo’ rafforzarsi o di converso sminuire immediatamente dopo che un invito di qualsiasi genere si e’ ontoconcretizzato in un’ ambiente all’ aperto o all’ interno di una struttura antropica artificializzata dall’ ingegno umano, come palesato dall’ estro artistico della pittrice Carla Patella in questo suo quadro, ritraente una donna seduta in un letto, mentre si infila le sue scarpe, all’ interno di una stanza, contraddistinta da pareti di colore marrone. Cotali pareti sono caratterizzate dalla presenza di innumerevoli micromacrocromo chiazze aniconiche di colore bianco traspalumiscenti, nonche’ molte di esse supportano aniconicamente delle striature irregolari, fatte sempre di colore bianco che si estrinsecano con i colori stessi delle pareti anzidette. I lunghi capelli della ragazza magnificano e amplificano la bellezza del suo viso stesso, ove i suoi occhi sono intenti a osservare uno o piu’ obiecta e soggetti che la pittrice non rappresenta nel quadro, sicche’ tali obiecta e soggetti che la ragazza e’ concentrata a osservare, forse sono quelli che potrebbero realmente ritrovarsi ontoconcretizzati nella stessa realta’ di appartenenza della pittrice, o altro di differente che, non verra’ mai rivelato alla sua coscienza o a un qualsiasi osservatore del quadro. Il corpo di ontoconcretizzazione pittorico del soggetto psichico femminile e’ avvolto da tessuti di colore rosa, nonche’ parti delle sue membra di appartenenza sono percepibili a primo acchito dall’ osservatore del quadro, nel momento in cui egli potrebbe ritrovarsi con il suo spirito e il suo corpo di ontoconcretizzazione antropico a sostare nei medesimi spazi ontologici accoglienti lui stesso e l’opera manifesta. i tratti psicoiconografici del viso stesso della donna dipinti nel quadro riescono a palesare a chi li osserva delle sensazioni psicologiche di questo soggetto psichico femminile, dopo che si e’ verificato un incontro con una persona misteriosa che, la pittrice, non rappresenta nel quadro. Conciossiacosa che, si deduce il fatto che, il tipo di incontro e’ suggerito semanticamente dagli atteggiamenti assunti dal corpo stesso di cotale soggetto psichico femminile, ivi dipinto al centro del pannello ligneo con i colori acrilici, dall’ estro artistico della pittrice in questione, sicche’ tali atteggiamenti palesano fortemente che, la ragazza, abbia deliziato con il proprio spirito e il proprio corpo femminile il corpo stesso e lo Spirito medesimo di un uomo che la pittrice, come sopraddetto, non ha dipinto nel quadro. La stanza da letto potrebbe essere dell’ uomo, o di converso della stessa donna, sicche’ si deduce il fatto che, ambedue, dopo aver deliziato se stessi, durante delle ore passate a rallegrare i loro corpi e i loro spiriti, facendo l’ amore, decidono di rivestirsi per uscire fuori da questa stanza da letto per dirigersi verso un luogo pubblico di qualsiasi genere, per deliziare i loro palati con del buon cibo o dei vini di pregio o altro di differente che, possa celebrare pubblicamente il loro amore manifesto. Perciocche’ si deduce il fatto che, il disio manifesto nello spirito della donna, dipinta nel quadro, abbia supportato appieno il suo supremo esito, giacche’ la passione delle carni ha suggestionato con dovizia e parsimonia la sua anima vegetante, per celebrare la forza dell’ amore che, come un leone ruggente, cerca di continuo in giro le anime di chi divorare, per ontoverificarsi come atto sostanziale, nei tempi, nei luoghi e nelle anime da esso stesso predilette per ontoverificarsi in dante nella realta’ fenomenica. Lo sguardo della donna fissa quello del suo compagno, sicche’ si deduce il fatto che, questo compagno, potrebbe essere anche una donna, cosa questa, che l’ osservatore dell’ opera, non potra’ mai conoscere, poiche’ come anzidetto la pittrice non dipinge nessun altro personaggio immaginifico in questo suo quadro, tranne la ragazza, percepibile a primo acchito al centro di esso, nonche’ cotale soggetto psichico femminile e’ l’ unico e massimo protagonista assoluto di quest’ opera manifesta, che si impone nella realta’ fenomenica, attraverso tutta la sua possanza cromoformalizzante. Le tecniche del decocomposizionismo pittorico assurgono quasi al loro supremo esito in quest’ opera manifesta, giacche’ le linee esili o massive del primo disegno di base iconografico fatto a matita o altro di differente non vengono rivitalizzate con i colori acrilici sulla predetta superficie lignea del quadro, poiche’ di converso, se risuggestionate, cotali linee esili o massive del primo disegno di base iconografico, fatto a matita o altro di differente, sempre con i colori acrilici, le stesse linee potrebbero evocare per la suddetta opera in menzione la classica prigionia della forma geometrimatematecizzante, impedente l’ ontosignificazione del summenzionato decocomposizionismo pittorico, fortemente celebrato tale tecnica pittorica, da tutti gli artisti espressionisti e non solo, della Storia dell’ arte di tutti i tempi, manifesti nella realta’ fenomenica. Jean-François Bachis-Pugliese Archivista Semiologo e Critico dell’arte Copryright 2023.Tutti I Diritti Riservati.