Artisti Italiani.Carla Patella.
Carla Patella. 1953, Bologna. Furore senza freno â Acrilici e olio su tela â 150x100cm. Il furore eâ un sentimento che, molti esseri psichici riescono a sprigionare, dalle loro anime vegetanti, nel momento in cui esse sono sottoposte a contrastare delle loro vicissitudini di vita negative, funzionali a contrastare lâ ontocretizzazione di energie benevole, tendenti a assurgere al loro supremo esito, nella realtaâ fenomenica, per cui la pittrice Carla Patella rappresenta fantasticamente il Furore stesso, attraverso un cavallo di colore bianco, fuoriuscente con tutta la sua forza dâ urto energetica da una dimensione psiciallucinante, caratterizzata da innumerevoli macrocromo chiazze aniconiche, fatte di foglia oro, talcheâ lâ oro eâ simbolo di regalitaâ e del preservamento del potere, sugli obiecta e i soggetti manifesti che, si impongono di continuo con il loro peso specifico e la loro possanza volumetrica sulla superficie del pianeta terra, scaraventato e levitante questâ ultimo, nello spazio piuâ profondo e oscuro dellâ universo, giaccheâ sulla sua superficie sopraddetta, solo la luce sprigionata naturalmente dai raggi del sole riesce su di essa a illuminare i suddetti obiecta coltri e smarriti e i soggetti sopraddetti che, la pittrice in questione, tranne per il cavallo, non rappresenta in cotale guisa nel suo quadro, poicheâ non evocati dalla sua anima vegetante, poicheâ essa eâ furrente eâ non capace piuâ di percepire cioâ che attorna esteriormente il suo corpo di ontoconcretizzazione antropico, nel momento in cui il suo Spirito eâ intriso dal Furore Manifesto. La domesticazione del cavallo sembra risalire secondo dei recenti studi scientifici circa 5.500 anni fa in Asia e al III millennio a.C. in Europa.
Precedentemente che lâuomo ebbe il modo di intraprendere le prime selezioni delle razze equine, era molto facile per lui indentificare le differenti provenienze dei cavalli, in base ai loro luoghi dâ origine e alle condizioni climatiche. I luoghi piuâ freddi sono stati sempre favorevoli a generare dei grossi cavalli ma anche molto lenti, invece i territori piuâ caldi supportavano la nascita e la crescita di cavalli di dimensioni modeste, ma molto piĂč scattanti. La razionalizzazione da parte dellâ uomo nel selezionare le razze equine incomincia nel momento in cui lâuomo stesso intuisce quali siano gli ambienti naturali piuâ consoni a gestire i cavalli sopraddetti , per cui si palesa il fatto che, ogni cavallo per garantire al meglio le sue prestazioni psicofisiche, debba vivere in un ambiente adatto a lui, e non al servizio dellâ uomo.
La grande selezione attuata dai tanti allevatori nei confronti dei cavalli durante la storia dellâ umanitaâ recalcitrante ha favorito certamente molti miglioramenti da parte dellâ uomo e del suo rapporto con gli equini. In effetti questo animale eâ stato addomesticato dallâ uomo stesso per diversi motivi, ossia quello bellico, di trasporto, di lavoro o di sostentamento, di sport e tantâ altro di differente.
La selezione dei cavalli da parte dellâ uomo eâ incessante e continua ancora oggi, per diversi motivi collegati alla ricreativitaâ alla terapeuticitaâ allo sport e anche alla gestione dellâ ordine pubblico da parte delle forze dellâ ordine.
I cavalli si possono dividere in due gruppi principali: a sangue freddo e a sangue caldo. I primi sono molto piuâ pesanti, forti, docili e calmi dei secondi che sono molto piuâ veloci, magri e reattivi e amano muoversi molto di piuâ a differenza dei primi. Il cavallo dipinto nel quadro fuoriesce da questo sfondo di colore oro, ove il frantumismo iconologico si palesa in dante per la totalitaâ del quadro in menzione, giaccheâ le linee esili o massive del primo disegno di base iconografico fatto a matita o altro di differente non vengono rivitalizzate con i colori acrilici e olio, giaccheâ esse, se rivivacizzate, cotali linee di controrno esili o massive, fatte a matita o altro di differente, con i colori, le stesse potrebbero evocare la classica prigionia della forma geometrimatematecizzante, impedente lâ ontosignificazione del biditridimensionalismo pittorico, fortemente suggestionato sulla predetta tela in menzione dagli interventi dei passaggi chiaroscurali, dedotti questi ultimi, dalle svariate velature dei colori a olio, generanti lâaccidentalizzazione dei mezzi toni cromatici, supportanti appieno le ombre proprie e proiettate sullâ intero corpo del cavallo manifesto. Si evince il fatto che, tale avvertenza pittorica, nel palesare il Furore attraverso la presenza del cavallo in questo suo quadro, abbia messo dopo anni in evidenza il carattere stesso della pittrice, noncheâ le sue vicissitudini di vita, forse fatte da esperienze negative, che oggi invece non ci sono piuâ o interpretate e affrontate da parte della pittrice stessa in maniera piuâ saggia e matura, noncheâ con piuâ razionalitaâ e forza dâ animo eccellente, con la funzione che questa sua nuova predisposizione dâ animo di interpretare i fatti del mondo, sia favorevole a estromettere dalla sua anima vegetante lâ evocazione di un passato che non câeâ piĂč, ma solo in parte rimembrato incosciamente con furore dal suo spirito in codesta opera in menzione. Jean-François Bachis-Pugliese Archivista Semiologo e Critico dellâarte Copryright 2023.Tutti I Diritti Riservati