🟥ANASTASIA E DIANA-anno 2022🟧🟧 commento critico di Jean François Bachis Pugliese 🟥🟥🟥🟧🟧Enciclopedia dell’arte contemporanea Italiana. Tomo 6

Carla Patella. 1953, Bologna. Anastasia e Diana. Olio e acrilici su tela – 150x100cm. Delle vesti di tessuto prezioso, di colore marrone simbolo della forza della terra, avvolgono il corpo di immantentizzazione terrestre di un soggetto psichico femminile, dove la sua verve e la sua bellezza pongono in evidenza il suo orgoglio, nonche’ il peso specifico delle sue lunghe braccia risultano rilassarsi sulle sue gambe, per favorire una buona staticita’ per le sue mani, vivacizzate da vari fiori colorati, sprigionanti dei profumi che possono essere solo percepiti dagli olfatti piu’ risoluti e tranquilli, dacche’ ogni fiore e’ stato raccolto singolarmente da tale ragazza, solo per omaggiare se stessa, e non un possibile corteggiatore che potrebbe ritrovarsi occasionalmente o accidentalmente ad attraversare con il suo spirito e il suo corpo sostanziale i medesimi spazi ontologici accoglienti la ragazza anzidetta, nonche’ tale ambiente vegetale, raffigurato fantasticamente nell’opera manifesta, accoglie in se stesso la presenza di Diana, cane questo, simbolo di fedeltà, e della sua somma vigilanza nei riguardi della sua padroncina di nome Anastasia. Sia il cane che la giovine donna appartengono alla specie femminile. In effetti ambedue potrebbero anche essere la stessa persona, che la pittrice Carla Patella dipinge insieme, per ontosignificare simbolicamente, sulla superficie della tela sopraddetta, delle idee, che contengono in se stesse, delle nozioni teoretiche, atte a potenziare dei concetti palesanti la buona cura e la vigilanza di se stesse da alcuni eventuali corteggiatori, fortemente dediti a coltivare con dovizia e parsimonia l’ arte dell’inganno e della menzogna nei riguardi di una docile fanciulla, intenta con il suo cane ad assaporare un bel pomeriggio primaverile in una campagna italiana assolata. Le persone diffidenti non sono sempre tali per scelta. Spesso il peso di un tradimento o di una profonda delusione lascia un segno che impedisce loro di riconnettersi con gli altri. Vivono così con l’ossessione di proteggersi, di innalzare muri e mantenere le distanze. Dietro le persone diffidenti si cela in genere una forte insicurezza o la fortezza d’ animo, poiche’ in essi agiscono precisi meccanismi emotivi che non le lasciano essere se stesse, con la conseguenza che tali meccanismi di difesa ostacolano e limitano le loro potenzialità. La mancanza di fiducia è la più intensa e dolorosa forma di solitudine o di vittoria, per chi adotta un comportamento sfuggente, rigido e freddo nei confronti di un pretendente menzognero, Molti di questi profili sono il risultato di una profonda delusione, di un tradimento, dell’abbandono, di un’infanzia priva di attaccamento e affetto. Quando il legame con chi ci è caro si rompe in modo traumatico, risulta estremamente difficile fidarsi di nuovo. Le persone diffidenti non sono sempre tali per scelta. Vivono costantemente sotto il velo della paura o della difesa perché temono di essere feriti di nuovo. L’individuo diffidente, dunque, non esita a costruire muri intorno a sé e a mantenersi in allerta affinché nessuno varchi i confini di autoprotezione. Tutto cio’ non sussiste per la ragazza dipinta dalla Patella nel quadro, poiche’ ella, ovvero tale docile creatura, sprigiona la sua giusta forza d’animo razionale nel selezionare i discorsi e gli atteggiamenti dei suoi tanti corteggiatori, come del resto il cane stesso e’ vigile quanto la sua padrona. Anastasia e’ seduta come una bella regina ad osservare assieme a Diana chi gli sta’ di fronte, dove il suo atteggiamento mette solo in forte rilevanza la sua forza d’animo e la sua sicurezza di ponderare bene i discorsi e gli atteggiamenti generati nei suoi riguardi da parte di una persona che la pittrice Patella non rappresenta in questa sua opera, poiche’ esso non ha la dignita’ di essere rimembrato come tale in un oggetto d’ arte, ovvero un quadro, a differenza invece di Anastasia e Diana, nonche’ ambedue, il cane e la donna, risultano gli unici e veri protagonisti assoluti di tal quadro in menzione e null’ altro di differente che possa differire dalla loro sostanza di ontoconcretizzazione pittoimmanente. Lo stato di quiete apparente potrebbe cessare con intransigenza da parte dei due soggetti psichici raffigurati sulla tela, a causa di alcune sensazioni psicologiche negative generate da parte di colui il quale potrebbe entrare in contatto diretto con tali creature ivi dipinte dalla gestualita’ calma e pacata dslla Pittrice Patella per codesta sua opera in menzione, dacche’ si evince a primo acchito che summenzionate creature potrebbero impartite nei riguardi di chi le osserva delle fonti di scompenso emotivo, collegate con la paura e l’ orrore fatuo, che anche una dolce ragazza puo’ riuscire a manifestare ovunque in dante con chi vuole e negli ambienti atti ad accogliere tali energie malevole sprigionate soprattutto, se in caso si manifestassero appieno, dai tratti psicoiconografici del viso stesso di tal donna dipinta, come del resto quelli del cane, sicche’quest’ ultimo potrebbe balzare con violenza e virulenza nei riguardi di chi lo osserva, afferandolo con i suoi lunghi denti sul collo, nelle gambe, in un braccio e tanto altro di differente che appartenga alle sue membra di appartenenza che razionalizzano il suo corpo di immanentizzazione terrestre. Jean-François Bachis-Pugliese Semiologo e Critico d’arte. Copyright 2022. Tutti i Diritti Riservati.

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