Carla Patella – Anni Venti – Olio e acrilici su tela – 120x100cm. Gli occhi verdi di un soggetto psichico femminile, che appartiene alla specie europea, riescono a spalancarsi in tutta la loro possanza iconografica attraverso la manifestazione di un prodotto artistico artificiale, che viene dedotto dalla gestualita’ artistica della pittrice Carla Patella, in cui i colori acrilici e a olio vengono adoperati dalla pittrice medesima per rappresentare una donna che risulta con la sua anima vegetante e il suo corpo di appartenenza, a sostare con il suo peso specifico e il suo impatto volumetrico in un ambiente vegetale, dove i suoni e i rumori generati dalle civilta ‘antropiche, costituite dall’ ingegno dell’ umanita’ recalcitante, vengono estromessi e sospesi da parte della pittrice in questione, dacche’ non evocati e non indispensabili per celebrare la magnificenza di una porzione di un paesaggio naturale, costituito da foglie e arbustri di qualsiasi materiale vegetale, che vengono riproposti sul tessuto delle vesti del suddetto soggetto femminile, in maniera stilizzata e semplice, onde per magnificare ulteriormente il legame spirituale di suddetta donna con lo stesso ambiente vegetale, che risulta magnificare lo sfondo dell’ opera medesima. Il primo conflitto mondiale del diciannovesimo sec. obbligo’ la maggior parte degli europei a convivere con gli effetti devastanti della stessa guerra, dove i suoi effetti negativi vennero risentiti oltre dagli uomini, anche dalla maggior parte delle donne. Si intuisce che la pittrice Patella rappresenta le fattezze iconografiche di un soggetto femminile europeo degli anni venti, dove la cura dei suoi tratti psicosomatici non risultano essere intaccati dalla brutalita’, dalle violenze e dalle guerre o dalle battaglie dei popoli degli uomini, nonche’ la stessa fanciulla, ivi iconograficizzata, all’ interno dell’ opera, riesce a mantenere integra il suo fascino e la sua bellezza, ritirandosi in un ambiente vegetale, lontano dai rumori dei grandi centri urbani, che sono stati per la maggior parte distrutti dai borbardamenti aerei e dalle tante cannonate dei mezzi militari adoperati dai vari eserciti delle tante nazioni europee del diciannovesimo sec. dell’era volgare. Si intuisce che la pittrice Patella,utilizzi per lo sfondo della sua opera un ambiente vegetale, atto ad accogliere e proteggere questo suo soggetto psichico femminile ivi iconograficizzato all’ interno di questa sua opera, con la finalita’ di preservare la bellezza della sua stessa esistenza e del suo fascino femminile, che potrebbero essere messi in pericolo dagli stessi furori degli orrori della guerra e dai desideri piu’ oscuri che risultano spesse volte manifestarsi nelle anime di molti soldati, da cui tale soggetto psichico femminile tenta in tutti i modi, di evitare, rifuggiandosi in un ambiente protettivo che possa mimetizzarsi con essa, e far sì che cessata ogni guerra, ella possa ritrovare un mondo migliore da quello che e’ stato costretto ad abbandonare a causa degli orrori della stessa guerra. La donna guerriera si impone con intrasingenza al centro dell’ opera, dove i suoi indumenti vari, risultano colorati dallo stesso verde della vegetazione, nonche’ quest’ ultima riesce ad avvolgere, proteggere e custodire, la bellezza e il fascino del suddetto soggetto psichico femminile ivi iconograficizzato all’ interno dell’opera. Delle micromacro chiazze policromatiche irregolari che si intersecano a vicenda, invadono lo sfondo dell’ opera e contribuiscono a generare la ritmocromoinformalizzazione di tale ambiente vegetale ivi iconograficizzato idealmente dalle tante pennellate intrise dai colori acrilici e a olio, impartite dalla gestualita’ calma e pacata della pittrice Carla Patella, da cui ella, riesce attraverso le sue tecniche pittoriche a significare la vegetazione tutta che metabolizza tale ambiente vegetale, magnificato dalla sua gestualita’ artistica, nonche’ quest’ ultima puo’ essere in alcuni tratti riconducibile ai pittori dell’ Art Decó e di quella Liberty, talche’ per quanto riguarda la celebrazione della natura stessa, la pittrice medesima, puo’ essere accostata all’ Art Naif, tanto prediletta quest’ ultima corrente artistica, da alcuni pittori, che solevano rappresentare attraverso le loro opere, la magnificenza della natura con degli animali fantasiosi e parte del resto di alcuni esseri psichici facenti parte della razza umana. Si evince che la pittrice Patella estrometta dalla sua pittura, per quanto riguarda questa sua opera, la staticizzazione degli obiecta suggellanti le forme vegetali e della donna ivi dipinta all’ interno dell’ opera, nonché il corpo di quest’ ultima viene iconograficizzato seguendo una linea diagonalizzante, invisibile, che razionalizza l’ impostazione della sua schiena, che risulta piegata verso il basso, pronta a scattare celeramente, assieme alle varie membra di appartenenza, del medesimo corpo del soggetto psichico femminile, per la quale la stessa opera viene dedicata, appunto una donna degli anni venti del diciannovesimo sec. La maggior parte della produzione artistica della pittrice Carla Patella verte sulla rappresentabilita’ della bellezza canonica delle donne, alquanto esse soggetti prediletti dalla stessa pittrice, nonche’ la medesima e’ solita rappresentare di continuo degli ambienti vegetali che ontoconcretizzano ossessivamente la presenza dei fiori, erbe e arbustri di ogni genere, per omaggiare il fascino e la bellezza medesima di tutte le sue donne, talche’ tale vegetazione, estromette dagli sfondi delle opere della pittrice, un qualsiasi tipo di rappresentazione che iconograficizzi la razionalizzazione delle forme architettoniche delle tante citta’ costituite dall’ operosita’ dell’ umanita’ recalcitrante e tanto altro di differente che possa rievocare alla maniera dei futuristi e altre tendenze artistiche, la celebrazione di macchinari rumorosi, costituiti da automobili, aerei, navi e altro di collegato al mondo industrializzato e tecnologico. Jean-François Bachis-Pugliese Semiologo e Critico D’Arte. Copyright 2021. Tutti i Diritti Riservati.