Carla Patella. ( 1953, Bologna). La bella estate – Acrilici e olio su tavola – 180x80cm. I tratti psicoiconografici di un soggetto psichico femminile di razza europea vengono idealizzati tramite i colori a olio e acrilici dalla gestualita’ artistica della pittrice Carla Patella, su una superficie di un pannello ligneo, rettangolare, di chiara matrice geometrica e euclidea, nonche’ la pittrice in questione mette in forte rilevanza l’opulenza e la verve della cute di appartenenza di tale soggetto psichico femminile ivi iconograficizzato nel centro del quadro, dove quest’ ultimo viene dedicato solo esclusivamente alla bellezza e alla meraviglia della gioventu’ che scorre incessantemente attraverso il tempo, elemento quest’ultimo che sorregge e caratterizza la razionalizzazione ontologica degli obiecta e dei soggetti che si impongono con intrasingenza, con il loro peso specifico, e la loro possanza volumetrica sulla superficie del pianeta terra. Si evince a primo acchito che la pittrice Patella tenta in tutti i modi di proteggere dagli occhi piu’ indiscreti le parti intime della ragazza, dove i suoi seni, i fianchi e il suo pube assieme alle sue gambe, potrebbero se scoperte, mettere nella condizione un soggetto psichico che si ritrova a sostare con il suo spirito e il suo corpo di immanentizzazione terrestre, nei medesimi spazi ontologici accoglienti se stesso e l’ opera manifesta, la generazione di alcune idee, che contengono in se stesse, delle nozioni teoretiche, riconducibili a delle sensazioni benevole per il raggiungimento di alcuni obiettivi collegati allo sfioramento delle carni morbide che avvolgono la struttura ossea di tale ragazza, e al conseguimento di alcuni sogni d’amore dedicati ai piaceri della carne e dello spirito, che contraddistinguono in tutto la maggior parte di alcune virtu’ dei molteplici esseri animati facenti parte dell’umanita’ recalcitrante. Lo sfondo dell’opera viene magnificato da alcune piante esotiche, simbolo della buona stagione e delle acque limpide che supportano la sostanza dei profondi oceani che caratterizzano il globo terrestre, sicche’ i piccoli granelli e il sale delle belle spiagge assolate, talche’ dei mari cristallini, possono essere percepiti nel proprio spirito anche dall’osservatore del quadro, nel momento in cui quest’ultimo si ritrova a osservare direttamente o indirettamente l’ opera della pittrice Patella. L’ opera in basso viene ontosignificata da una porzione irregolare geometrimatematecizzata di colore azzurro, rappresentante le acque del mare, dove delle micromacrocromo chiazze aniconiche di colore marrone e bianco si sovrappongono sulla superficie delle acque stesse, generando la ritmocromoinformalizzazione dell’ opera manifesta, sicche’ un’ altra porzione irregolare di colore marrone, viene dipinta sopra le acque del mare, per rappresentare l’ iconograficizzazione della sabbia della spiaggia, su cui su di essa, la pittrice Patella, dipinge delle striature di colore viola irregolari, che vivacizzano ancor piu’ la bellezza della superficie della suddetta spiaggia, che supporta in tutto il peso specifico e la possanza volumetrica della dolce fanciulla ivi raffigurata nel quadro. Le grandi foglie degli alberi tropicali riescono a generare la giusta ombra per proteggere in parte la pelle della ragazza dai raggi del sole, dove i suoi cappelli neri a caschetto non occultano la maggior parte dei tratti psicoiconografici del suo viso, talche’ quest’ ultimo viene magnificato da un sorriso sgargiante generato dalle due labbra della ragazza e dai forti denti, dove i suoi grandi occhi mettono in rilevanza il suo imbarazzo nell’ essere osservata, nonche’ quest’ ultima risulta compiaciuta dalla sua energia che puo’ essere percepita dal suo osservatore, poiche’ meravigliato quest’ultimo, dall’ altezza e dalla bellezza del corpo di appartenenza della giovane donna. Le braccia sono utilizzate dalla ragazza per proteggere ancor piu’ i suoi due seni e il suo pube, parti intime queste, fra le piu’ misteriose e nascoste, nonche’ la ragazza medesima potrebbe non adoperare un classico costume da bagno per presentarsi in spiaggia, ma contrariarmente a tutto cio’ ella, la ragazza suddetta, forse, innocentemente, potrebbe recarsi di sua volonta’ sulla spiaggia completamente nuda per farsi accarezzare dal soffio dei venti caldi tropicali e farsi massaggiare dalle acque salate dei profondi oceani, dove la fauna ittica e’ completamente differente da quella degli altri mari che caratterizzano il mondo stesso che accoglie l’ ontoconcretizzazione di ogni obiecta e dei molteplici esseri psichici che razionalizzano la significazione morfologica di ogni ente all’ interno della realta’ fenomenica. Le linee di contorno esili o massive del primo disegno di base fatto matita, supportante l’ iconograficizzazione dell’intera opera, non vengono riproposte con i colori acrilici e a olio, perche’ se rivitalizzate, tali linee di contorno fatte a matita, potrebbero generare per l’ opera stessa, la famigerata prigionia della forma geometrimatematecizzata, impedente la certificazione pittografica del biditridimensionalismo conico ideale, ontosignificato quest’ ultimo dalla possanza dei vari passaggi chiaroscurali, che supportano in tutto le ombre proprie e proiettate per l’ intera opera ivi manifesta nella realta’ fenomenica. Il quadro viene dedicato alla bellezza e alla verve che caratterizza la gioventu’ femminile, dove il passare delle tante donne nel tempo, comporta in esse la lotta per la conservazione della bellezza, che cronologicamente si trasforma in fascino, nonche’ quest’ ultimo molto piu’ interessante e avvenente della bellezza fisica che contraddistingue una donna da un altra, che caratterizza la corporieta’ e lo spirito della presenza femminile sulla superficie del pianeta terra. Jean-François Bachis-Pugliese Semiologo e Critico d’arte. Copyright 2021. Tutti i Diritti Riservati