anno 2020-
Enciclopedia dell’arte Contemporanea. Tomo 2
Carla Patella. (1953, Bologna). Tecnica mista su tela Gallery altezza 120x100cm. Gli specchi spesse volte, possono riflettere delle forme antropiche, che un soggetto psichico femminile non può percepire, soprattutto se tali specchi sono piccoli e posizionati su delle pareti piccole delle vecchie dimore, dove i loro solai in legno risultano vibrare a causa del calpestio dei piedi nudi di tale ragazza ivi iconograficizzata al centro del quadro dalla pittrice Carla Patella, sicché i suoni sprigionati da un pianoforte, possono anch’ essi causare delle ulteriori vibrazioni, non solo per gli antichi pavimenti, ma anche sulle pareti e sui vetri delle finestre e dei balconi che si affacciano sulle rumorose o silenti strade, nonché delle tante piazze dei centri urbani italiani. La pittrice Carla Patella utilizza una tela in lino bianca, rettangolare, di chiara matrice geometrica e euclidea, dove su di essa, ella predispone dei colori acrilici e a olio per ontoconcretizzare una ragazza, dove parti delle sue membra di appartenenza che razionalizzano il suo corpo di immanentizzazione terrestre, possono dimostrare l’ avvenenza e il fascino stesso di tale soggetto psichico femminile, dacché le sue gambe lunghe mettono in evidenza se stesse, assieme ai suoi piedi nudi, che non vogliono essere protetti dalle tante scarpe che una donna utilizza per magnificare la sua bellezza, talché tale pavimento supporta la possanza volumetrica e il peso specifico dell’intero corpo di ontoconcretizzazione immanente, che accoglie l’ anima annoiata di tale summenzionato soggetto psichico femminile, ivi riprodotto dalla gestualita’ pittorica, calma e pacata dalla pittrice in questione. Si evince che lo specchio, riflette una sagoma umana misteriosa, che la ragazza riesce forse a percepire con calma di fronte a lei in un altra stanza, mentre e’ intenta a soffermarsi per non suonare più il suo pianoforte da muro, dove gli spartiti musicali gettati capricciosamente sul pavimento della stanza, rafforzano delle idee che contengono in se stesse delle nozioni teoretiche che si impongono in un soggetto psichico che si ritrova ad osservare tale opera, impartendo a tale osservatore dell’opera delle sensazioni psicologiche, riconducibili alla noia, alla ripetitività di una vita agiata e alla deprivazione degli stimoli che il mondo stesso non riesce più ad impartire nell’anima vegetante di suddetta ragazza, dove la sua stessa bellezza non è più’ indispensabile a richiamare a sè nessun uomo al suo cospetto, che possa estromettere dal suo spirito la grande noia e la ripetitività delle sue azioni quotidiane che una donna riesce a manifestare in tale ambiente domestico ivi raffigurato nell’opera stessa, come del resto i fasti e le glorie dei propri avi, che sono magnificati nei vari oggetti e i vari elementi di arredamento dei primi del novecento, non riescono nemmeno a conferire un senso vero alla stessa esperienzialità di vita di tale soggetto psichico femminile ivi raffigurato nel quadro, dove quest’ ultimo viene dedicato solo ed esclusivamente a tale ragazza annoiata, che si ritrova, forse, non sola, seduta su una sedia di fronte a un pianoforte da muro. Lo sfondo dell’opera risulta magnificato da una grande porta, sormontata da un arco a tutto sesto, da cui il corpo della ragazza occulta gran parte di tale porta dipinta sulla destra del quadro. Una porta più piccola viene ritratta sulla sinistra, dove l’ artista dipinge anche il piccolo specchio, mentre sempre sulla sinistra, viene dipinto il pianoforte da muro. Si evince che la pittrice e’ concentrata a magnificare un ambiente domestico di lusso, dove e’ importante mettere in evidenza i vari objecta che razionalizzano l’ idealizzazione della sua agiatezza economica, tramite la rappresentazione di tale ambiente antropico che accoglie la ragazza ivi dipinta al centro del quadro. Il grande pavimento contribuisce con le sue piastrelle a immanentizzare nell’ opera, la certificazione della ritmo-moduĺarizzazione pittorica, dacché ogni piastrella che viene ripetuta nel quadro, ripropone se stessa, attraverso delle linee di fuga che si intersecano a vicenda nei vari angoli di ogni piastrella, che vengono geometrimatematecizzate dalle suddette linee di fuga verticali e orizzontali, sicché le prime si ricongiungono tutte insieme in un unico punto di fuoco invisibile che si ritrova posizionato dietro la grande sedia della ragazza. Le linee di contorno esili o massive del primo disegno di base fatto a matita non vengono riproposte dai vari colori acrilici e a olio da parte della pittrice Patella per rafforzare la perimetralizzazione iconografica del suo soggetto, atto a contenere i vari colori del corpo e delle vesti della suddetta donna, come del resto per la maggior parte degli obiecta ivi riprodotti all’ interno della casa. Le stesse linee di contorno vengono rimosse, poiché se rivitalizzate potrebbero costituire un fonte di impedimento oggettivo nei riguardi della significazione iconografica del biditridimensionalismo conico pittografico, che si ontoconcretizza solo attraverso la certificazione dell’immanentizzazione dei vari passaggi chiaroscurali dettati dalle tante velature ad olio. La figura riflessa nel piccolo specchio potrebbe significare in se stessa un intruso ideale che la stessa ragazza desidera da tempo, per travolgere la sua vita, nonché ella attende da tempo chi possa rallegrare la sua stessa esperienzialita’ di vita, dettata dalla noia, spesse volta dall’accidia, dall’ ozio, da alcuni vizi e soprattutto dalla ripetitività delle sue azioni che si ripercuotono in un ambiente protetto come la sua dimora, ivi raffigurata nel quadro. Jean-François Bachis-Pugliese Semiologo e Critico d’ arte. 2021. Tutti i Diritti riservati.